Un Museo che ha un’anima: il museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati

Il museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati, si trova all’interno di un palazzo storico del 1871 in corso Venezia 52 a Milano ed è stato realizzato come luogo di conoscenza e sperimentazione, grazie al progetto di riqualificazione dello studio MCA, Mario Cuccinella Architects.

La visita che si può definire esperenziale comincia dall’ipogeo al piano -1 che si presenta in pietra forte fiorentina e grazie alle sue caratteristiche è stata utilizzata sia per uso strutturale che per uso ornamentale.

L’impatto è immediato perchè propone effetti visivi che imitano l’espressione della materia naturale e del luogo, vengono ritratti scenari caleidoscopici dove il colore e la luce con eleganza fanno la differenza, creando la sensazione di essere dentro una tomba etrusca.

Nell’ipogeo ogni allestimento ha l’obiettivo di creare un continuum narrativo tra antico e contemporaneo in un linguaggio trasversale.

La collezione etrusca è composta di 250 opere e grazie ad esse entriamo in contatto con la popolazione, con la religione e il loro ambiente domestico.

I reperti che raccontano la vita quotidiana degli etruschi, si mescolano tranquillamente senza stridere con opere contemporanee, come ad esempio un vaso di Picasso, oppure nei piccoli cubi di cristalli dove si trovano raffinati gioielli e monili etruschi dalla foggia molto moderna, si può ammirare la testina di donna in bronzo dorato di Alberto Giacometti.

Si prosegue muovendosi tra teche triangolari in cristallo che espongono ex voto con opere contemporanee di William Kentridge, Lucio Fontana, Arturo Martini tutto dialoga con la tematica antica in armonia e gusto.

Dal piano Ipogeo si passa al piano nobile, dove si è effettuato un restauro conservativo alle boiserie, ai pavimenti, agli specchi e ai camini.

Lo studio degli impatti cromatici e dei dettagli rende tutto molto armonico offrendo al visitatore stimoli ed emozioni non solo visive ma anche concettuali. E anche qui incontriamo Endy Warhol, le polaroid di Paolo Gioli, i disegni e acquarelli di Augusto Guido Gatti che testimonia con le pitture i rinvenimenti delle tombe di Tarquinia.

Ho scoperto un museo denso di contenuti che offre continue sollecitazioni per il visitatore che entra in spazi architettonici che sono anch’essi come i reperti e le opere contemporanee nella continua variazione di colori, forme, luci.

Il museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati non si mostra come un semplice contenitore d’arte, ma come un palazzo storico con una moderna ristrutturazione che fa parte dell’esperienza della visita, insomma un Museo che ha un’anima dove si guarda al passato per progettare il futuro.

Fondazione Rovati info qui

Architetto Giovanni Sanna – MCArchitects

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4 risposte

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