Nell’Isola d’Elba,  il vino ha una lunga tradizione,  dai vigneti concentrati nella fertile piana di Portoferraio, Lacona e Porto Azzurro si può godere di un paesaggio verde pieno di colori e di profumi provenienti dai filari ordinati e distesi lungo pendii fino al mare.

Si narra che il paesaggio conquistò anche Napoleone durante il suo esilio nell’isola toscana.

La mattina del 4 maggio 1814 Napoleone Bonaparte, all’ancora nella rada di Portoferraio in attesa di sbarcare sull’isola per il  suo primo esilio, manifestò il desiderio di  una passeggiata in campagna, alla fattoria immersa nel verde affacciata sul mare che aveva individuato grazie al suo cannocchiale. Era La Chiusa, in località Magazzini.

Sceso a terra con una scialuppa, notò la cura con cui erano coltivate le vigne.

La Chiusa ad esempio, lungo la provinciale che da Portoferraio conduce a Bagnaia, deve il nome  al muro settecentesco che racchiude circa 20 ettari della tenuta. La Chiusa da sempre è un microcosmo agricolo assolutamente autosufficiente.

Risale allo stesso secolo anche il fabbricato più antico, con la cantina e la cappella gentilizia, mentre la casa padronale fu costruita di seguito è un magnifico esempio di architettura rurale sopravvissuta alle aggressioni  del tempo  e soprattutto alla speculazione edilizia.

L’intatto valore storico e il panorama sulla cittadella medicea di Portoferraio  pervadono il luogo di un fascino unico e con i suoi 13 ettari di vigneto, nascono e si producono  l’Elba Bianco, secco ideale da accompagnare al pesce e antipasti.

L’Elba Rosso, vino asciutto e robusto, leggermente amarognolo e l’Elba Rosato, tutti rigorosamente Doc.

L’Ansonica “zampicata” di Dimitri Galletti

Non meno importanti sono i passiti, come l’Ansonica ottenuto dal vitigno omonimo  dalle origini orientali  è un vino ambrato dal profumo intenso e dal sapore armonico che passa dall’amabile al dolce.

L’Aleatico, famoso  e già noto ai romani  è figlio di un vitigno autoctono, a maturazione  precoce, diffuso anche durante il periodo mediceo.

Le uve nere dal chicco piccolo e dalla forma sferica, vengono appassite al sole su speciali graticci  e successivamente leggermente pigiate, questo procedimento conferisce un rosso rubino dai riflessi violacei.

L’Aleatico è il più celebrato e raro dei vini elbani Dogc, da gustare solo, oppure da abbinare a crostate di frutta, dolci al cioccolato, pasticceria secca.

Oggi tra i vigneti lambiti dal mare, si possono degustare ottimi vini Doc e Dogc e si può godere di una calda ospitalità, un modo diverso per vivere e conoscere il territorio, per ricordarci grazie alle tradizioni e alla semplicità, da dove veniamo e per completare e rendere speciale una vacanza all’isola d’Elba.

Elba: vini passiti

 

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3 risposte

  1. Piccoli produttori, perle nascoste. Aleatico, vitigno tipico dell’isola d’Elba e non solo…..bella esperienza!

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